Dallo Sport ci aspettiamo di più

Come animatori sportivi non ci accontentiamo di aggregare i giovani attorno allo sport, nella erronea illusione che questo basti per la loro formazione. Siamo ben consapevoli che la rappresentazione mediatica dello sport non si preoccupa di fornire alle giovani generazioni criteri e modelli educativi nel vivere la dimensione sportiva.
La domanda di fondo è: “Perché facciamo sport in oratorio?”
Sono diverse le risposte, per offrire opportunità aggregative, per valorizzare in modo costruttivo e proficuo il tempo libero, per dare strumenti di conoscenza di sé, per favorire la socializzazione e l’integrazione, per fortificare e plasmare il carattere, per acquisire abilità e competenza in una pratica sportiva, per coltivare un sogno e offrire opportunità, per formare “Buoni Cristiani e onesti cittadini”, per promuovere una cultura evangelica dello sport…. Tante risposte, tutte buone, ma …. se tenute insieme.
Troppo spesso abbiamo pensato, o forse solo agito senza pensare, che facendo nostra una di queste risposte avessimo evaso la domanda sul perché facciamo sport. Invece, noi che siamo educatori sappiamo che il processo educativo non è mai concluso, ma soprattutto non è mai frutto di un’azione solitaria e settoriale.
Ecco perché tutte quelle risposte (ed altre ancora!) vanno tenute insieme, senza perdere di vista il processo educativo nella sua globalità. Detto in altro modo, non possiamo dire e credere di volere il bene dei ragazzi e dei giovani se ci occupiamo solo di una “porzione” di loro: l’interesse per una attività fisica piuttosto che il bisogno di aggregazione e socializzazione. Considerazione che vale anche per chi si occupa solo dello “spirito” ma non si occupa della corporeità.
Di fronte a una missione così impegnativa è facile non sentirsi all’altezza: il timore di non farcela, il non sentirsi pronti, il non sapere come fare…. è l’esperienza che hanno vissuto tanti prima di noi che ci deve dare forza e coraggio nel portare avanti queste attività, e con l’aiuto del buon Dio che guida i nostri passi.

Un caro saluto, Paolo

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